“ Il Beaubourg è un'enorme scatola
meccanica industriale. [...] Il nuovo museo di Amsterdam invece è
prima di tutto un edifico metafora (è dichiaratamente una grande
nave) e "secondariamente" è anche un edificio che
funziona. Che cosa è avvenuto in questi trent'anni?
È avvenuto che il mondo, e gli architetti se ne stanno rendendo conto, è mutato e che siamo nell'epoca delle informazioni, nel pieno della Rivoluzione Informatica. E l'epoca informatica funziona non più per messaggi assertivi, causa effetto, ma per messaggi metaforici, traslati. Un edifico non è più buono solo se funziona ed è efficiente, insomma se è una macchina, ma deve dire e dare di più. Tra l'altro quando serve, anche simboli. “
È avvenuto che il mondo, e gli architetti se ne stanno rendendo conto, è mutato e che siamo nell'epoca delle informazioni, nel pieno della Rivoluzione Informatica. E l'epoca informatica funziona non più per messaggi assertivi, causa effetto, ma per messaggi metaforici, traslati. Un edifico non è più buono solo se funziona ed è efficiente, insomma se è una macchina, ma deve dire e dare di più. Tra l'altro quando serve, anche simboli. “
In questo paragrafo ho trovato
particolarmente ''ispiratore'' il concetto di MESSAGGIO METAFORICO.
Partiamo dalla base. Che cos'è la metafora?
Secondo la Treccani:
Considerata la ‘regina’ delle
figure retoriche, la metafora (dal gr. μεταφορά
«trasferimento», in lat. translatio) è un tropo, cioè un
sovvertimento di significato, rispetto al significato proprio, di due
parole o segmenti discorsivi. “
La metafora è uno strumento, che è
stato applicato in ambito politico, filosofico, storico, artistico,
architettonico, cinematografico... addirittura nella danza!
In ognuno di questi ambiti rompe
l'omogeneità della pura rappresentazione concettuale, per ampliare e
spaziare il più possibile la gamma di significati che possono essere
espressi.
Pensando alla filosofia mi ritorna in
mente una frase che mi è particolarmente rimasta impressa
''Le metafore interrompono il percorso
verso l'astrazione insinuandosi in esso per sostituirvi un diverso
piano di significazione caratterizzato dall'impiego di immagini, la
cui funzione sembra essere quella di offrire un equivalente concreto
dell'analisi.'' Esistono tantissimi esempi che ci spiegano quanto e
per quanto tempo la metafora è stato uno dei problemi principali dei
filosofi. Possiamo pensare a Charles Bally ( anche se era un
linguista esperto in fraseologia ) che sosteneva quanto complicata
potesse essere l'astrazione del concetto puro in un contesto più
ampio. Noi infatti tendiamo a fermarci all'esperienza sensibile,
quella che percepiamo nell'immediato, senza riuscire a volte a capire
l'essenza delle cose. Filosofi come Nietzsche hanno basato i loro
scritti sulla metafora. Pensando a “ Così parlo Zarathustra “ mi
torna in mente il sottotitolo “ Un libro per tutti e per nessuno “
( rimandando cosi all'esempio della pubblicità ). In quest'opera il
filosofo mostra tutta la sua avversione verso concetti come
democrazia, ma anche contro il Cristianesimo e la metafisica, mentre
esprime il concetto della fondazione puramente metaforica di
qualsiasi concetto e della morale stessa. Tanto per fare un esempio
il suo concetto di Superuomo è stato molto dibattuto ed esistono una
varietà infinita di interpretazioni, la maggioranza dei commentatori
sostiene che proprio questo concetto sia metafora della superiorità
dell'uomo-filosofo sull'uomo comune, esistono anche interpretazioni
che sostengono il legame con il nazismo, o con l'ideale di società
schiavistica.
Ma proprio questo è il nesso. La
possibilità di avere la libertà di interpretazione, la possibilità
di poter formulare una nostra idea ed una nostra traduzione.
Avvicinandoci al mondo
dell'architettura trovo molto interessante anche delineare la
funzione dell'arte nella sua definizione di metafora stessa.
Con l'arte astratta ad esempio noi
effettuiamo un approccio fenomenologico con la sua realtà, con lo
scopo di cogliere quella che per noi ne è l'essenza, che sarà
variabile, dinamica, mai ferma ad un concetto solo. Sia l'arte
astratta che la filosofia quindi rimandano a una rappresentazione
simbolica della realtà che possono contenere tanti significati
diversi che noi interpretiamo in maniera differente a seconda del
nostro essere e del nostro vivere.
L'arte astratta infatti, non permette
di vedere le cose in maniera oggettiva o concreta, ma attiva la
nostra immaginazione come ad esempio succedeva agli artisti
espressionisti, che interiorizzavano la realtà che li circondava e
la riproducevano secondo le loro sensazioni.
Essa quindi rappresenta in sintesi la
metafora della realtà stessa.
Anche se non parliamo di arte astratta, mi viene da pensare alla performance di
Joseph Beuys “ I like America and America likes me “ del 1974:
l'artista si fece chiudere per tre giorni in una gabbia insieme ad un
coyote. L'obiettivo era quello di rappresentare ( metaforicamente, ma
anche un po' materialmente ) l'umanità e l'animalità, ossia
razionalità e impulsività, ragione ed istinto.
Ma arriviamo alla conclusione e quindi
alla ripresa del tema dell'architettura. Anch'essa si configura come
metafora della realtà in quanto è metafora dello spazio e della
costruzione ( citando Amistadi ). Come detto anche a lezione,
l'architettura ha superato la fase che lega la sua esistenza allo
scopo di rappresentare, come poteva essere nel gotico dove, ad
esempio, gli architetti si ingegnarono per trovare un modo per
realizzare cattedrali altissime, superando i limiti fino ad allora
conosciuti, solo per impressionare il popolo, per incutere il timore
di Dio, per rappresentare quindi la sua grandezza e la sua altezza.
Inoltre non serve più solo a “funzionare”, ci si distacca quindi
solo dallo scopo funzionalistico ma informa, esprime un concetto, si
distacca dallo stretto funzionalismo o dal mero rappresentare.
Diviene quindi difficile quindi definire il confine tra architettura
e più genericamente “altro” non è più una costruzione, ma
diventa espressione di qualcosa che va oltre l'edificio in se.
L'architettura diventa quindi anch'essa metafora di un significato,
di un'informazione.
Cino Zucchi, in una conversazione
avuta con Steven Holl spiega però come un approccio esclusivamente
fenomenologico, una distinzione troppo netta tra esterno/interno, può
talmente plasmare la realtà di un edificio da cadere
nell'incomunicabilità, creando difficoltà di lettura dello stesso,
eliminando quindi le tipiche convenzioni che sono utilizzate in
architettura.
In conclusione, un esempio di
architettura che rimanda al concetto di simbolo e metafora penso
possa essere il Museo Soumaya di Città del Messico, un progetto di
Fernando Romero. Anch'esso come il Guggenheim di Bilbao è stato
costruito su un'ex area industriale, ed anch'esso è diventato
simbolo di una società profondamente divisa e diversa di Città del
Messico. Infatti questa è stata un'opera che ha creato un simbolo
comune, un'identità per la popolazione. Anch'esso è un edificio
complesso, con centinaia di variazioni di forme e misure che mantiene
una grande distinzione tra esterno/interno infatti guardandolo non
riusciamo a capirne l'aspetto distributivo e funzionale. L'intenzione
di Romero era quella di simbolizzare l'efficienza strutturale e la
culto del lavoro che hanno le api nel costruire il loro alveare. Ecco
che ritroviamo anche qui il simbolo, questa volta in due aspetti: il
primo in quanto simbolo di un popolo, il secondo in quanto simbolo di
un'ideale.
Bibliografia
- SAGGIO A. La via dei simboli, arch'it, 15/12/2000
- ENCICLOPEDIA TRECCANI, Metafora
Sitografia
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